17 aprile 2012

         

Istrice sudafricana

(Hystrix Africaeaustralis)

In inglese si chiamano porcospini (porcupines), ma non hanno nulla in comune con i ricci, i "porcospini" che conosciamo noi, se non che sono mammiferi e gli aculei sono peli modificati.

Due esemplari di istrice sudafricana sono stati affidati ad SOS Ricci, in custodia giudiziaria, per precedente detenzione in contrasto con le attuali normative che regolano il possesso ed il trattamento degli animali.
Abituate a spazi ristretti, in cui a malapena riuscivano a ruotare su se stesse, sono state sistemate in ampio spazio, appositamente attrezzato per loro, con una zona coperta e riparata dove poter trovare rifugio durante il giorno, all'interno della quale è stata ricavata un' ulteriore "tana", sfruttando 2 grossi contenitori agricoli in materiale plastico, con un'entrata di circa cm 60x50, ricoperta di paglia e fieno. Tale struttura comunica con un recinto esterno, dove gli animali sono liberi di muoversi e scavare (è stata collocata sotto terra una rete elettrosaldata, per evitare una fuga, data la loro abilità e velocità a scavare cunicoli).

All'interno è stato collocato un dispensatore di sali self service (gli animali, appena arrivati, erano in carenza e "leccavano" disperatamente la calce dei muri, per bilanciare le loro necessità). Altro motivo di stupore è stata la loro iniziale incapacità a bere, dandoci l'impressione di non conoscere l'acqua: puntualmente venivano ignorate, calpestate e rovesciate le ciotole che erano poste all'interno (l'ipotesi del nostro veterinario, per spiegare tale  atteggiamento, pur tenendo conto dell'alimentazione prevalente, a base di frutta e verdura fresca e quindi con un notevole contenuto idrico, è stata che, con tutta probabilità, venissero dissetate in gabbia, direttamente con un tubo in gomma); il problema è stato risolto con la sistemazione di un abbeveratoio, simile a quello dei bovini, fissato alla parete. Gradualmente hanno iniziato ad immergere la bocca, oltre alle zampe anteriori! ed ora, nonostante la dieta, essenzialmente costituita da vegetali freschi, più di una volta al giorno, sono state viste bere autonomamente.

Se è (o era) poco conosciuto il riccio, ancora più scarse sono le informazioni che si hanno riguardo l'istrice (quella che vive in Italia è la specie H. Cristata), vale la pena quindi raccogliere qualche notizia che le riguarda.
Per inciso, nel linguaggio comune si usa sia al femminile che al maschile; l'enciclopedia Treccani indica che l'uso comune è al maschile, più raramente al femminile, mentre la Larousse sostiene che il femminile è usato nel linguaggio scientifico, mentre il maschile in quello popolare!

Tassonomia

Classe Mammiferi
Ordine Roditori
Sottordine Istricognati
Famiglia Istricidi
Generi:  
  -Hystricinae
  -Atherurinae
  -Trichys
Sottogeneri:  
  -Acanthion
  -Hystrix
  -Thecurus
Specie viventi:  
  -Hystrix Africaeaustralis
  -H. Brachyura
  -H. Crassispinis
  -H. Cristata
  -H. Indica
  -H. Javanica
  -H. Pumila
  -H. Sumatrae

L' Hystrix Africaeaustralis è il più grande roditore dell'Africa ed è simpatrico con un solo congenere, l' H. cristata, in Tanzania.
L'H. africaeaustralis può essere distinto dall'  H. cristata per la parte inferiore bianca della coda; inoltre, gli aculei a sonaglio dell'H. africaeaustralis hanno un diametro pari a mm 5.7, con una lunghezza superiore a mm 60 vs i calami con diametro di mm 2.5 e di solito inferiori a mm 50 di lunghezza dell' H. in cristata. L' Africaeaustralis differisce dalla cristata anche per la morfologia del cranio: il rapporto tra lunghezza nasale ed le ossa frontali è maggiore nell' africaeaustralis (49.68%) rispetto alla cristata (23.38%).
La lunghezza dell' osso nasale, in africaeaustralis, è 51.58% della distanza occipitonasale.

L' H. Africaeaustralis può "ibridare" con l' H. Cristata in cattività, ma non nella vita selvatica, nemmeno nelle aree di sovrapposizione orientali dell'Africa meridionale. Le differenze di colore della parte caudale, la differente morfologia dei calami a sonaglio (con differente emissione sonora), probabilmente aiutano  l'animale a riconoscere la specie e a prevenire l'accoppiamento nella vita naturale.

CARATTERI GENERALI.

Gli esemplari adulti di H. Africaeaustralis variano da kg 10.0 a kg 24.1 e non presentano dimorfismo sessuale evidente, se non per il peso lievemente superiore nelle femmine.

Per quanto riguarda le misure esterne, la lunghezza totale varia tra mm 630 e mm 805; la lunghezza della coda mm 105-130; lunghezza del piede mm 89-114; lunghezza dell' orecchio mm 39-48.

L' istrice si presenta forte e strutturata “pesantemente”, gambe relativamente corte, così come le code. La testa è arrotondata con una faccia “arruffata”, marrone e grigia,  setole forti e vibrisse mobili. Gli occhi sono piccoli e distanziati sulla testa e la vista è poco sviluppata; analogamente le orecchie sono poco vistose, con forma umanoide  l'udito è modestamente sviluppato.
Il corpo è coperto da peli setolosi, spine dorsali lunghe (> 50 cm) la cui erezione aumenta notevolmente la mole dell'animale, calami a sonaglio (> 30 cm) e peli setolosi.

La coda è fornita, all'estremità, di un grappolo di calami cavi, la cui vibrazione produce un rumore caratteristico, a sonaglio, allo scopo di spaventare e allontanare eventuali aggressori.

DISTRIBUZIONE

L'H. Africaeaustralis si trova in Africa meridionale ed è stato segnalato sia a livello del mare che sino a m 2.000 di altitudine.

Hystrix Cristata

Hystrix Africaeaustralis

Simpatria

FOSSILI

Il genere Hystrix è presente in segnalazioni di fossili nell'Africa meridionale del tardo Miocene, così come esistono registrazioni di africaeaustralis nel Pliocene e nel Pleistocene.

MORFOLOGIA E FISIOLOGIA

Nell'istrice sudafricana esistono diversi tipi di aculei: aculei dorsali, le spine vere, setole tattili, spine di transizione, spine vibranti.
Le spine dorsali sono acute, relativamente rigide ed inflessibili, mobili; appiattendosi si intersecano con le setole che coprono la maggior parte del corpo; la loro funzione primaria è di difesa.
Sono peli modificati, come nel riccio; hanno una sezione circolare, con diametro maggiore nel segmento mediano.
Le setole tattili sono molto flessibili, hanno una sezione circolare, ma il diametro maggiore è verso la base e comunque inferiore agli aculei veri.
Le spine di transizione sono intermedie tra le setole tattili e le spine vere, come flessibilità, diametro, lunghezza.
Le spine vibranti sono posteriori, a livello della coda, "legate" a fascio, con sezione circolare, cave ed aperte all'estremità distale.
Le spine sono dorsali e laterali, ma non ventrali, e prendono origine da follicoli distanziati, circa, cm 3, uno dall'altro, in gruppi di 5-8 aculei. Gli aculei presentano bande alternate bianche e nere, con punte bianche.
Peli e setole coprono tutto l'animale, ad esclusione della pianta dei piedi, del naso, delle labbra e di parte delle orecchie.
Il colore di peli e setole è nero nel giovane, sfumando nel bruno negli esemplari più vecchi.
Gli esemplari di questa specie presentano una pezzatura bianca, di forma vagamente triangolare, sui 2 lati del collo.

Il cranio ha una forma arcuata, a cupola, con notevole sviluppo di seni nasali e paranasali. Le cavità nasali sono molto sviluppate e l'olfatto molto sensibile. Il palato duro è piatto, allungato, largo e finisce dietro ai molari.
La mandibola presenta un processo coronoideo basso, con un condilo allungato e arrotondato; questa situazione permette un'articolarità mandibolo-mascellare abbastanza sciolta, con possibilità di morsus inversus e masticazione laterale.

La formula dentaria è:

incisivi 1/1
canini 0/0
premolari 1/1
molari 3/3

per un totale di 20 denti.
Gli incisivi hanno uno spesso strato di smalto giallastro. I molari sono permanenti e la loro strutturazione è utile per valutare l'età dell'animale; i premolari sono decidui e la loro eruzione si completa entro l'anno, mentre i premolari permanenti compariranno entro 2 anni e 6 mesi.

Le zampe anteriori hanno un piccolo pollice rudimentale, così come quelle posteriori presentano un piccolo alluce; la pianta è nuda, come già detto, ed il dorso è ricoperto di peli neri.
Le clavicole sono presenti, ma di piccole dimensioni.

Le femmine presentano 2 paia di mammelle, con 2 capezzoli ciascuna.

Per quanto concerne il tratto digestivo, l'istrice africana presenta uno stomaco uniloculare, ampio per un roditore erbivoro, con spesse pareti, per una peristalsi efficace.  Segue un tenue lungo circa m 6, da cui si passa ad un cieco, dotato di haustra e pieghe semilunari, con 3 tenie longitudinali; la lunghezza totale del crasso è di cm 150
Il pH gastrico basso (2.0) e la lunghezza del tenue favoriscono la digestione delle proteine, mentre la strutturazione del cieco favorisce l'assimilazione selettiva dei carboidrati indigeribili. Il colon discendente, che via via aumenta di diametro, assorbe acqua ed elettroliti, dando al materiale fecale il caratteristico aspetto appallottolato "asciutto".
Il periodo di transito orofecale è di circa 23 ore.

H. africaeaustralis ha un habitat caratterizzato da ampie variazioni climatiche e pertanto ha una buona termoregolazione, che permette all'animale di adattarsi bene ai cambi di temperatura (l'istrice sudafricana non va in letargo); tra 23 e 28 gradi centigradi il metabolismo e la termoregolazione sono neutri, oltre i 30° prevale il meccanismo della sudorazione per raffreddare il corpo dell'animale, mentre con l'abbassamento della temperatura mangia e beve maggiormente, aumentando il metabolismo. Nel periodo invernale, in una situazione di ipossia e ipercapnia (vive per un tempo superiore nelle tane sotterranee e nei cunicoli e con altri esemplari), aumenta la produzione di urina alcalina, al fine di eliminare una maggior quantità di bicarbonati, per compensare l'elevato livello di CO2.
   
RIPRODUZIONE

La maturità sessuale è raggiunta dalle femmine, intorno ai 2 anni, tra gli 8 e 18 mesi per i maschi. La variabilità, osservata, di  lunghezza del ciclo estrale è di 17-42 giorni, con una percentuale del 61% limitata a 28-36 giorni. Maschi e femmine sono sessualmente attivi tutto l'anno, ma il maggior numero di parti si concentra tra agosto e marzo, con una gestazione che dura circa 94 giorni (quindi, il periodo di accoppiamento, più statisticamente significativo, è tra maggio e dicembre). Pur essendo sessualmente attive tutto l'anno e con una durata gestazionale di 3 mesi, in genere, ogni femmina ha una gravidanza all'anno.

Il collo uterino resta aperto per un periodo massimo osservato di circa 8 giorni e l'accoppiamento avviene dopo 2-8 giorni dall'inizio del ciclo estrale, con tempi di copulazione estremamente rapidi. 

Le mammelle si preparano per la lattazione da 1 a 2 mesi dopo il concepimento.  In genere la gravidanza è costituita da un singolo feto (60%) oppure bigemina (32%), più raramente trigemina (8%).

Alla nascita i neonati pesano g 300-400, senza differenze di peso legate al sesso e con rapporto tra i sessi di 1:1.
Gli aculei sono già presenti, morbidi e flessibili, con i calami a sonaglio chiusi e appuntiti.

L'allattamento dura 3-4 mesi.  In cattività, la curva di crescita è pressoché lineare nelle prime 20 settimane post natali, senza differenze di sesso, con un incremento della curva crescita nel periodo dello svezzamento.

Le nutrici restano senza estri durante l'allattamento; i cicli estrali ricompaiono al cessare della lattazione, ma la fertilità è stata osservata dopo diversi cicli, fino a 6 mesi dalla sospensione. E' presente un meccanismo, non ancora ben noto, per cui le femmine che accudiscono i figli, pur non allattandoli ed avendo accoppiamenti, non restano incinte (in cattività!).

ECOLOGIA

L'adattabilità ambientale dell'H. Africaeaustralis è molto ampia, passando da foreste tropicali umide a zone desertiche secche. Sono animali essenzialmente erbivori, includendo nella dieta frutta, foglie, tuberi e radici, ..., ma non disdegnando in determinate condizioni, carogne di altri animali, verosimilmente quando la loro dieta, per le caratteristiche dell'ambiente in cui si trovano, è povera di fosforo ed altri sali ed elettroliti, che recuperano dalle ossa. L'istrice ha una predilezione per i cespugli di mango; spesso, specie se la stagione è asciutta, distruggono intere piantagioni con notevole danno economico per i contadini africani; al contrario, se la stagione è piovosa, alberi e cespugli sono risparmiati. Lo stesso trattamento è riservato alle coltivazioni di melone, zucca e mais nelle quali, l'istrice "ara" letteralmente il terreno.
Nella stagione calda tende a mangiare i bulbi, soprattutto di Hyacinthacee, ricchi di acqua.

Al di là del danno economico, nelle coltivazioni dell'uomo, l'istrice è però importante per gli equilibri ambientali: limita la diffusione di determinate piante infestanti della savana, permettendo la diffusione di altri cespugli oppure, con la rete di cunicoli che scava, permette l'infiltrazione capillare di acqua nella crosta superficiale del terreno, dove questa non sarebbe naturalmente arrivata; danneggiando la superficie dei tronchi, "sfilacciandoli", li rende più facilmente incendiabili, limitando la tendenza espansiva della savana.

Nella vita selvatica, l'età media di sopravvivenza è di circa 10 anni, contro i 20 nella cattività. Nonostante la lenta riproduzione (1 sola gravidanza l'anno, per lo più figli singoli, infertilità proporzionale alla presenza di figli, fertilità che si instaura fino a 2 anni dalla nascita, ...), la popolazione delle istrici tende a perpetuarsi per la longevità naturale, la resistenza degli individui, la mancanza di veri predatori naturali. Nell' Africa del Sud la densità, tenendo anche conto delle zone aride, è stata stimata intorno agli 8-25 individui per chilometro quadrato.  La disponibilità di cibo e la "tranquillità" del luogo sono elementi che favoriscono o limitano la densità della popolazione; la presenza di leopardi e leoni, pur non avendo questi vita facile con le istrici, sono elementi limitanti.
Quando le istrici sono minacciate innalzano gli aculei, aumentando il proprio volume, corrono lateralmente o all'indietro, favorendo quindi la possibilità di trafiggere il nemico con i propri aculei e vibrando i calami cavi posteriori, producendo un caratteristico rumore. Gli aculei hanno una punta finemente seghettata, che riduce la possibilità di poter estrarre l'ago, specialmente se un animale non ha dita opposte, provocando infezioni (la punta rotta resta conficcata nei tessuti, come corpo estraneo).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il nemico maggiore resta però, come per quasi tutte le specie di animali, l'uomo.

ETOLOGIA

Le istrici sudafricane sono monogame, e l'unità sociale di base è costituita da un maschio e da una femmina. Nelle loro tane, costituite per lo più da numerosi cunicoli incrociantesi, possono vivere in qualsiasi punto.
Se l'unita sociale base è una coppia di maschio e femmina, l'istrice può vivere anche singolarmente o come famiglia estesa e quindi con i giovani figli. Contrariamente al riccio, dove la presenza del maschio è incidentale e solo deputata all'accoppiamento, mancando totalmente nella crescita della prole, il maschio di istrice accompagna i figli nelle escursioni, li difende dagli intrusi, partecipa con la femmina alla loro cura, dorme con loro (tra l'altro migliorando la termoregolazione: nel range di termoneutralità si abbassa il punto critico inferiore, rispetto al singolo individuo). Pur esistendo una territorialità, questa non è assoluta come per altri animali ed esiste una certa sovrapposizione di confini;questo vale soprattutto come coppia. Nell'ambito della stessa coppia, l'esplorazione notturna è svolta singolarmente nel 90% dei casi, in cui per il 25% esiste una distanza, l'uno dall'altra, superiore a m 400, mentre per il 50% l'esplorazione è separata, in un'area con un raggio inferiore a m 200.
La marcatura del territorio è più accentuata nei maschi rispetto alle femmine.
L'area marcata varia a seconda della disponibilità di cibo ed è ovviamente maggiore quando quest'ultima è minore. Nell'ambito della stessa area l'istrice segue percorsi di instradamento regolari e ripetitivi, nella misura in cui non varia la disponibilità di cibo.

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