'' Aiutatemi a salvare i ricci ''

ROMA.  Gestisce l’unico centro in Italia per il recupero del riccio europeo a Reggiolo, provincia di Reggio Emilia. Lei è Marina Setti.
Che animale è il riccio?
- È un animale che ormai ha perso il suo habitat naturale ed è a futuro rischio estinzione. Le monocolture lo hanno sfrattato dal suo ambiente perché non ci sono più insetti per sfamarlo. Quindi viene a casa nostra, tra mille pericoli.
Quali?
- I pozzi, i tombini, le fontane profonde, la colla per i topi, i lumachicidi, i decespugliatori, tanto per fare degli esempi. Eppure il riccio va protetto perché è un perfetto bioindicatore in grado di monitorare il livello di inquinamento. Queste sostanze si ritrovano sugli aculei, sui peli e anche nel suo sangue.
Veniamo al suo centro: in un servizio su “Striscia” lanciava l’allarme chiusura...
- Da noi manca tutto, dal cibo agli aiuti economici. Per curare un riccio serve sempre l’anestesia e solo questa costa 20 euro. Per una radiografia si spendono altri 25 euro. Un riccio sano ci costa un euro al giorno, uno malato più di 2 euro: per questo servono aiuti.

PATRIZIA PERTUSO