Acaro del ratto e riccio africano
Si tratta di una rara infestazione del riccio (in letteratura il primo caso segnalato riguardava, in particolare, il riccio africano: atelerix albiventris) ad opera dell'acaro del ratto: ornithonyssus bacoti.
In un primo tempo era stato confuso con l'Ophionyssus Natricis (l'acaro dei serpenti), per la somiglianza macroscopica.
Ophionyssus Natricis |
Ophionyssus Natricis |
La dimensione degli acari varia da 1 a 2 millimetri e sono visibili, quando superficiali, a occhio nudo.
Ornithonyssus bacoti |
Ornithonyssus bacoti |
L' Ornithonyssus bacoti, acaro
ematofago, si trova sia
nelle regioni subtropicali (detto anche acaro del topo tropicale), sia
nelle zone temperate ed infesta molti mammiferi, tra cui anche l'uomo. Può
essere estremamente pruriginoso.
La completa estirpazione di questi acari è più impegnativa rispetto ad altri
acari, perché gli acari Ornithonyssus vivono stabilmente sul primo ospite (topi
e qualche volta piccioni) ed il riccio è l'ospite secondario. Pertanto, la
trasmissione dell'acaro al riccio o ad altri animali in casa, potrà rimanere
fino a quando non sarà eliminata la popolazione di acari presente nell'ospite
primario (!). Occorre, inoltre, tenere presente che una derattizzazione
comporterà un aumento della popolazione infestante, per abbandono
dell'ospite abituale.
La pelle del riccio infestato presenta perdita degli aculei, desquamazione e macchie in corrispondenza degli aculei mancanti, con lesioni papulo orticariodi o anche papulo vescicolose, con scarse concrezioni biancastre, a fiocco, esito dell'escavazione dell'epidermide; quando gli aculei persi sono recuperabili, a differenza di quelli caduti naturalmente o per avitaminosi, mancano del bulbo alla radice.
Come per le zecche e le pulci (vedi) si pone il problema grave dell'anemia, in particolare se l'infestazione è numericamente importante, se è mista, se coesistono altre condizioni debilitanti dell'animale.
Visibile un acaro, con desquamazione e "forfora". |
Il primo caso di infestazione da acaro del ratto fu trattato con selamectina (Revolution ®), ma con risultati deludenti, diversamente a quelli ottenuti in altri animali infestati, come il coniglio. Successivamente l'animale è stato trattato con fipronil (Frontline ®) uso locale sul dorso, ripetuto dopo 10 giorni, oltre ad una bonifica della gabbietta dove viveva normalmente, con risoluzione dell'infestazione.
Buoni risultati si ottengono anche con l'utilizzo di ivermectina.
Diagnosi, scelta del farmaco e dosi, sono, ovviamente, di competenza
veterinaria e non frutto del "fai da te"!